Per introdurre il tema del nuovo ciclo di eventi 2022/20203, abbiamo usato il preambolo “Cerca l’intruso”, proprio come il gioco in cui bisogna aguzzare la vista e l’ingegno per scoprire un oggetto ben mimetizzato ma fuori luogo rispetto il contesto, questo per sottolineare una certa analogia col modo in cui le essenze alloctone si insinuano nel paesaggio sia esso naturale o creato dall’uomo.
La prima difficoltà nell’individuare l’intruso, nel nostro caso meglio parlare di “intrusa”, è la perfetta adattabilità dell’oggetto di ricerca, non ha nulla di evidentemente diverso e tantomeno un aspetto così alieno da fare insospettire, anzi spesso si presenta in forma piacevole e rigogliosa, molto a suo agio e per nulla mostruoso come invece ci si aspetterebbe.
Se ne deduce che la nostra aliena sembra trarre giovamento dal suo nuovo habitat, forse troppo, al punto di incominciare a colonizzare sempre più spazio a discapito delle piante autoctone originarie di quel contesto.
Se fosse un gioco avremmo individuato l’intrusa, forse un po’ in ritardo rispetto il tempo concesso per scoprirla, ma tutto finirebbe lì, ma l’ambiente non è un gioco è il luogo dove viviamo ed anche in prospettiva quello che dovremmo conservare per le generazioni future.
La questione non è davvero semplice!
Noi sappiamo che le piante autoctone sono quelle specie originarie di un dato luogo, la sua flora, ma sappiamo anche che da secoli questa flora ha accolto molte essenze provenienti da altre zone del pianeta anche se oggi ai nostri occhi e per la nostra cultura sembrano essere sempre state fra noi.
Per loro si utilizza il termine “naturalizzate” per indicare come si siano perfettamente inserite in un dato ambiente al punto di caratterizzarne il paesaggio.
Le cose come si vede di complicano per le nostre autoctone che sembrano sempre più ridursi di numero e di importanza al punto da fondersi con le “naturalizzate” con cui convivono senza grossi problemi, almeno ora dopo secoli di reciproci aggiustamenti. Del resto le piante viaggiano anche senza l’ausilio dell’uomo e tutto è questione di equilibrio: dove non cresce nulla per aridità, cambiamenti climatici, condizioni avverse davvero ce la sentiremmo di scacciare un’aliena pioniera generosa e forte?
E le aliene invasive? Vogliamo dimenticarle? Ovviamente no, sappiamo come questo tipo di piante stiano distruggendo la flora locale e che ormai sia diventato impossibile eliminarle perché troppo tenaci, troppo diffuse.
Il tema è davvero molto attuale e pone molte problematicità. Cercheremo di affrontarlo con spirito critico e aperto attraverso esperti durante le nostre conferenze.