Il nuovo ciclo 2021/2022 avrà come tema il “RITORNO ALLA TERRA“.
Che si stia, almeno idealmente, ritornando alla terra è evidente. La spinta dei movimenti giovanili, la pandemia, il clima impazzito sembrano spingere l’umanità verso una riflessione sulle proprie responsabilità, una sorta di neorinascimento in cui al centro sta la terra e non l’uomo. Di fatto possiamo considerare questa nuovo modo di pensare come un ribaltamento della visione antropocentrica che ha caratterizzato un lungo periodo storico.
Questo ridimensionamento dell’uomo come unico portatore di interessi, slegato dall’ambiente in cui vive, ridisegna necessariamente il ruolo dell’umanità nel cambiamento di cui si sente l’urgente necessità e se il pensiero ci ha condotto sino a ripensare al compito dell’homo faber è ora il momento dell’azione, di quel agire consapevole e responsabile che ogni saggio giardiniere conosce bene perché si pone in sintonia con i tempi della natura.
I segni di questo cambiamento si sono visti proprio a partire dalle città nel proliferare di giardini, orti, spazi verdi, mercatini biologici allestiti fra fra i palazzi, spesso grazie all’intervento dei cittadini, ma se allarghiamo la visione, se spingiamo lo sguardo oltre le periferie, oltre i campi coltivati a ridosso delle strade e autostrade che ci portano verso la campagna possiamo cogliere un cambiamento ancora più radicale.
Ed è lì che assistiamo ad una generazione di giovani che stanno ritornando a coltivare i campi in un’ottica che non è solo un semplice “ritorno alla terra”, ma una vera e propria volontà di reinventare un nuovo stile di vita ed una economia diversa.
Sono giovani e meno giovani che tentano di conciliare la riscoperta delle tradizioni locali con le conoscenze scientifiche e tecnologiche che hanno a disposizione, che aprono aziende che non sono improvvisazioni ma frutto di ricerche, studio, progettazione, idee che trovano conferma in una pratica che sa essere responsabile, ecologica, condivisa e aperta al sociale.
In queste realtà imprenditoriale aperte e visionarie andremo a cercare figure significative che ci racconteranno come hanno concretizzato il sogno di una lavoro diverso al servizio di una nuova umanità che ritorna ad essere “nel mondo” inteso come territorio da preservare e curare.